U.T.I.S. - La sua storia e il perché del “Totoricevitori Sportivi”
Oggi pochi possono ricordare dal vivo gli albori della U.T.I.S. quando nel lontano 1950 iniziò, sotto la denominazione U.R.C.I.P. (Unione Ricevitori Concorsi Italiani Pronostici), la sua preziosa attività di propaganda sportiva.
E già, perché proprio questo è il codice genetico del “Totoricevitore” (denominazione creata nel 1952 quando l’URCIP diventò U.T.I.S.)che deriva dal percorso storico che il Totocalcio ha seguito.
Questo percorso va ricordato nella sua straordinarietà, tanto per la doverosa conoscenza dei più giovani, quanto per il legittimo orgoglio di chi vi prese parte attiva e produttiva.
Il punto iniziale della storia totistica va fatto risalire al Decreto Legge 8 Marzo 1945 n. 76 con il quale venivano “soppressi tutti i contributi a favore della organizzazione sportiva”. Anche lo Sport doveva, nel clima di ristrettezze economiche tipico del dopoguerra, affrontare i duri sacrifici richiesti a tutta la Nazione.
La necessità di dover in qualche modo trovare fondi per lo Sport, acuì le sensibilità intuitive degli allora dirigenti sportivi e fece cogliere l’occasione offerta dalla geniale idea dei “tre moschettieri della schedina”, al secolo Massimo Della Pergola, Geo Molo e Fabio Jegher.
E già, perché proprio questo è il codice genetico del “Totoricevitore” (denominazione creata nel 1952 quando l’URCIP diventò U.T.I.S.)che deriva dal percorso storico che il Totocalcio ha seguito.
Questo percorso va ricordato nella sua straordinarietà, tanto per la doverosa conoscenza dei più giovani, quanto per il legittimo orgoglio di chi vi prese parte attiva e produttiva.
Il punto iniziale della storia totistica va fatto risalire al Decreto Legge 8 Marzo 1945 n. 76 con il quale venivano “soppressi tutti i contributi a favore della organizzazione sportiva”. Anche lo Sport doveva, nel clima di ristrettezze economiche tipico del dopoguerra, affrontare i duri sacrifici richiesti a tutta la Nazione.
La necessità di dover in qualche modo trovare fondi per lo Sport, acuì le sensibilità intuitive degli allora dirigenti sportivi e fece cogliere l’occasione offerta dalla geniale idea dei “tre moschettieri della schedina”, al secolo Massimo Della Pergola, Geo Molo e Fabio Jegher.
La proposta venne avvalorata dal presidente del C.O.N.I., Avv. Giulio Onesti che, con la collaborazione dei dirigenti sportivi e grazie alla sensibilità dimostrata dalla Presidenza del Consiglio, riuscì ad ottenere l’autorizzazione governativa per il concorso sportivo proposto anche se non per quello che sembrava il naturale tramite cioè il Ministero delle Finanze, che non riconobbe la materia di sua competenza, ma grazie all’intervento del Ministero dell’Interno che con una circolare consentì al Questore di Roma di rilasciare la preziosa autorizzazione.
Era il il 31 gennaio 1946 e l’organizzazione totistica muoveva il suo primo passo, grazie all’impianto tecnico ed amministrativo predisposto dalla “Sport Italia Società a Responsabilità Limitata”, a cui il C.O.N.I. affidò la biennale gestione del concorso nascente.
Nessuno, in quel momento, poteva prevedere e neppure sperare che il fenomeno totocalcio potesse assumesse le dimensioni che poi effettivamente ha assunto negli anni a seguire.
Nessuno poteva credere così tanto in quella pur geniale iniziativa e tantomeno i pubblici esercenti che poi vennero definiti “Totoricevitori”, ai quali l’iniziativa doveva apparire scarsamente conveniente per il rapporto responsabilità-guadagno.
Ma contro la pura logica commerciale prevalse il sentimento sportivo e le prime ricevitorie furono impiantate nei “pubblici esercizi di matrice sportiva” e cioè nei bar e caffè gestiti da ex campioni o militanti sportivi.
Questa è l’origine della figura del “Totoricevitore Sportivo”. Una matrice di idealismo sportivo che deve rappresentare il collante ideologico tra i ricevitori. Questo è il senso della U.T.I.S. nata nel 1950 con lo scopo di raccordare ed organizzare i rapporti tra i ricevitori (ora definti “gestori/esercenti”) e Organi Istituzionali, Enti Pubblici e Società Concessionarie.
Il percorso della nostra Unione non è stato sempre agevole nei quasi 70 anni di storia. Non è stato agevole il nostro impegno ma ha comunque sempre seguito il criterio della costruzione per l’interesse generale e non della dialettica esasperata per interessi particolari.
La parola “Unione” non rappresentava e non rappresenta a tutt’oggi una formula astratta di aggregazione, ma la fusione dell’insieme dei contributi dei singoli in ordine al raggiungimento di uno scopo comune.
Questo significa essere “Totoricevitori Sportivi” e questo è soprattutto il senso storico dell’esistenza della U.T.I.S.
Gli eventi non conoscono soste e ci pongono davanti a problemi sempre nuovi e diversi da risolvere.
La U.T.I.S. ha, fin qui, accumulato un ingente patrimonio morale, organizzativo e produttivo, un capitale che è compito di tutti conservare e accresce.
Era il il 31 gennaio 1946 e l’organizzazione totistica muoveva il suo primo passo, grazie all’impianto tecnico ed amministrativo predisposto dalla “Sport Italia Società a Responsabilità Limitata”, a cui il C.O.N.I. affidò la biennale gestione del concorso nascente.
Nessuno, in quel momento, poteva prevedere e neppure sperare che il fenomeno totocalcio potesse assumesse le dimensioni che poi effettivamente ha assunto negli anni a seguire.
Nessuno poteva credere così tanto in quella pur geniale iniziativa e tantomeno i pubblici esercenti che poi vennero definiti “Totoricevitori”, ai quali l’iniziativa doveva apparire scarsamente conveniente per il rapporto responsabilità-guadagno.
Ma contro la pura logica commerciale prevalse il sentimento sportivo e le prime ricevitorie furono impiantate nei “pubblici esercizi di matrice sportiva” e cioè nei bar e caffè gestiti da ex campioni o militanti sportivi.
Questa è l’origine della figura del “Totoricevitore Sportivo”. Una matrice di idealismo sportivo che deve rappresentare il collante ideologico tra i ricevitori. Questo è il senso della U.T.I.S. nata nel 1950 con lo scopo di raccordare ed organizzare i rapporti tra i ricevitori (ora definti “gestori/esercenti”) e Organi Istituzionali, Enti Pubblici e Società Concessionarie.
Il percorso della nostra Unione non è stato sempre agevole nei quasi 70 anni di storia. Non è stato agevole il nostro impegno ma ha comunque sempre seguito il criterio della costruzione per l’interesse generale e non della dialettica esasperata per interessi particolari.
La parola “Unione” non rappresentava e non rappresenta a tutt’oggi una formula astratta di aggregazione, ma la fusione dell’insieme dei contributi dei singoli in ordine al raggiungimento di uno scopo comune.
Questo significa essere “Totoricevitori Sportivi” e questo è soprattutto il senso storico dell’esistenza della U.T.I.S.
Gli eventi non conoscono soste e ci pongono davanti a problemi sempre nuovi e diversi da risolvere.
La U.T.I.S. ha, fin qui, accumulato un ingente patrimonio morale, organizzativo e produttivo, un capitale che è compito di tutti conservare e accresce.