Ieri, come preannunciato, si è svolta a Roma, in Piazza del Popolo, la manifestazione degli operatori del Gioco Legale contro la reiterata chiusura del settore e per difendere decine di migliaia di lavoratori di sale scommesse, bingo e slot lasciati allo sbando.
Alla manifestazione, che ha visto presenti circa quattromila persone, ha partecipato la U.T.I.S. con una propria delegazione coordinata dal Segretario Generale Avv. Stefano Sbordoni che, in una intervista rilasciata al quotidiano on line, Jamma.it, si è detto soddisfatto del risultato perché, finalmente e per la prima volta i lavoratori del settore si sono compattati e hanno fatto sentire la loro voce a dimostrazione che esistono perché non è pensabile che lo Stato consenta di poter svolgere un’attività e, come avviene ormai da qualche anno, ci siano soggetti all’interno di organi politici o governativi che contemporaneamente delegittimi la stessa attività. E questo, ha sottolineato Sbordoni porta alla disgregazione del paese in quanto laddove non c’è il controllo dello Stato subentrano le organizzazioni criminose.
Sbordoni ha fatto, poi, riferimento alla recente inchiesta di Palermo e ha stigmatizzato come clamorose le affermazioni di alcuni che hanno commentato tali fatti come effetto conseguente al Gioco Legale senza considerare che è solo grazie alla normativa che regola la rete di salvaguardia del gioco legale che si sono potute individuare le attività criminose.
In merito, infine, alle continue richieste di alcuni rappresentanti politici e di governo di riduzione di offerta del gioco legale come soluzione alla richiesta di gioco, il Segretario Generale U.T.I.S. ha ribadito, come più volte affermato anche a seguito di uno specifico studio condotto dall’università di Salerno, che il gioco è un flusso incomprimibile ed è, quindi, necessario che venga “governato” con normative adeguate. E’ pertanto, inutile continuare a teorizzare senza che ci siano prove inconfutabili del contrario